Venerdì 11 ottobre

Partita IVA: rivolgersi a un commercialista conviene?


Aprire un’attività, in Italia, passa da un primo obbligo fondamentale: la creazione della partita Iva. Le soluzioni sono diverse, come anche i possibili vantaggi fiscali. Ma come fare la scelta giusta e non incorrere nel rischio di salate sanzioni? È davvero possibile fare tutto da soli o è meglio ricorrere a un professionista?

Partita IVA: cos’è

Si chiama IVA ed è l’abbreviazione più famosa nel mondo dei freelance. Queste tre lettere stanno per imposta sul valore aggiunto. Indicano, come suggerisce il nome, una tassa che un cliente paga in più, rispetto al prezzo che gli viene addebitato per un prodotto o un servizio. Purtroppo questi soldi non possono essere conservati: la parola d’ordine è restituirli allo Stato.

Come aprire la Partita Iva da soli

L’apertura della Partita Iva è una procedura che consta di 5 passaggi.

Codice Ateco

Indica il settore in cui opera una società: i primi due identificano la il ramo di attività, il terzo indica il gruppo, il quarto la classe e il quinto le categorie.
Ma a cosa serve? Intanto, a individuare l’ente di previdenza. E poi anche a:
• verificare se ci siano assicurazioni specifiche
• determinare il contratto collettivo al quale fare riferimento
• partecipare a eventuali bandi di gara riservati
• applicare regimi fiscali speciali.

Scegliere la forma giuridica

È possibile aprire la partita IVA come libero professionista, oppure creare:
• una società individuale: non prevede la presenza di soci
• una società di persone: può, a sua volta, avere 3 forme ed essere una società semplice (s.s.), in nome collettivo (s.n.c.) o in accomandita semplice (s.a.s.)
• una società di capitali: è l’impresa di medie e grandi dimensioni e può essere a responsabilità limitata (srl), a responsabilità limitata semplificata (srls), per azioni (spa) o in accomandita per azioni (sapa)
• una cooperativa.

Scegliere il nome dell’azienda (ragione sociale)

L’operazione più semplice? Niente affatto. La legge definisce, infatti, 3 criteri imprescindibili. Il nome di un’impresa deve essere:
• lecito: non deve violare le regole di buon costume o intralciare l’ordine pubblico
• vero: non può essere ingannevole, ovvero riferirsi a prodotti e servizi che non si erogano
• nuovo: non deve copiare o imitare nomi di società già esistenti, soprattutto se concorrenti.
La consultazione del Registro delle Imprese può essere utile, ma non basta. Meglio dare un’occhiata anche all’Ufficio marchi e brevetti.

Scegliere il regime fiscale

La scelta si riduce a 3 opzioni:
• ordinario: è obbligatorio per tutte le società di capitali e per le società di persone che hanno erogato servizi per oltre 80.000 euro o registrato ricavi per più di 500.000 euro
• semplificato: si applica a tutte le forme societarie, tranne le società di capitali, che non hanno superato il tetto di 80.000 euro di servizi erogati o di 500.000 euro di ricavi
• forfettario: si applica alle partite Iva individuali di nuova apertura o che non abbiano superato 85.000 euro di entrate. La tassazione è del 5% annuo per i primi 5 anni, ma la riduzione si applica solo in casi specifici, altrimenti ammonta al 15% annuo.

Inviare la Comunicazione all’Agenzia delle Entrate

Si può fare scaricando e compilando i modelli AA9/12, AA7/10 oppure optando per la Comunicazione Unica.

Partita Iva: perché scegliere un commercialista

Il ricorso a un professionista, in realtà, comporta un risparmio considerevole, innanzitutto in termini di tempo: prima di scegliere, infatti, bisogna comprendere, che si traduce nel trascorrere diverse ore a informarsi.
Quindi, bisogna imparare a compilare i moduli in maniera corretta e fare verifiche. Alla fine dei conti, se anche si riesce a completare la procedura, non si sarà mai certi di aver fatto la scelta giusta.
Il mare magnum delle sottigliezze tra regimi fiscali, ragioni sociali e forme societarie è una rete insidiosa di pericoli. Qualsiasi errore, anche involontario può generare il rischio di sanzioni. Purtroppo, la legge non ammette ignoranza. L’Agenzia delle Ent

    Vuoi saperne di più? Lasciaci i tuoi dati nel form qui sotto

    Compilando il presente form acconsento a ricevere le informazioni relative ai servizi che mi interessano ai sensi dell’Informativa Privacy
    Acconsento al trattamento dei miei dati personali ai fini del trattamento con finalità di marketing diretto
    Acconsento al trattamento dei miei dati personali ai fini del trattamento con finalità di profilazione
    Acconsento al trattamento dei miei dati personali ai fini del trattamento per la comunicazione a terzi con finalità di marketing diretto

    PMI e digitalizzazione: il preoccupante ritardo dell’Italia

    Vendite online: serve davvero la partita Iva?

    Emergenza caldo: come lo smart working può diventare una soluzione